Vista su Ponte Vecchio (maledetto!!) |
1. Comincerò dalla caratteristica meno piacevole perchè è ciò che meno mi piace. Voglio essere realista. La prima parola è ZANZARE.
Infide, veloci, tigre e normali, mi tengono sveglia la notte, mi fanno sembrare la Pimpa e non muoiono. No. Loro si nascondono. A meno di non vederle spiaccicate sulla tua mano, non puoi essere sicura che se ne siano andate, se metti l'antizanzare loro troveranno il tuo tallone d'achille.
2. INCIVILE. I suoi autisti, i suoi ciclisti -e io che sono una ciclista lo sto diventando- e perfino i turisti. Sì è fatta in modo da costringerti a esserlo. I marciapiedi sono talmente stretti che praticamente non esistono, costringendoti a camminare sulla strada e, asì seconda del caso, facendoti rischiare di investire o essere investita.
3. DISSESTATA. Gli antichi lastricati, presenti più o meno ovunque nel centro storico, hanno quasi causato una mia rovinosa caduta a faccia in giù e mi hanno rubato il cellulare. Con i loro buchi e dossi, le strade nei pressi del pittoresco Ponte Vecchio e dei meravigliosi Uffizi, facendo rimbalzare la mia bici hanno anche fatto sì che il mio cellulare scivolasse fuori dalla borsa, cadendo e perdendosi per sempre.
4. PIENA. E' sia un bene che un male. E' caotica e detestabile, perchè dopo una sola settimana che ci vivi non da turista ti rendi conto di quanto i turisti siano petulanti e lenti e ingombranti. Tuttavia è bello perchè è sempre viva e attiva, ad ogni ora del giorno e della notte. E anche se ambulanze e motorini e auto sfrecciano sotto il mio balcone non importa, perchè è una città e in una città è normale che sia così.
5. MOZZAFIATO. Tutto in generale. La gente, i vicoli, Santa Maria Novella, la Fortezza, Santa Maria del Fiore e lo straordinario campanile di Giotto. Santa Croce, la piazza di Sant'Ambrogio, la passeggiata alle Cascine, piazza della Repubblica, piazza della Signoria, il borgo di San Frediano (quanti santi....) e soprattutto il percorso verso Piazzale Michelangelo. Il giardino delle rose: arrampicarsi su per quei gradini è stata un'impresa ma non prendete l'autobus perchè la soddisfazione, una volta in cima, sarà ripagata. Scegliete una bella musica per il vostro arrivo. Il destino, il fato o meglio il random, aveva scelto per me Comptine d'un autre ete dal Favoloso monddo di Amelie. Lì ho capito dov'ero e l'importanza della scelta che ho fatto. Abbracciare quella meraviglia con lo sguardo è stato catartico e illuminante.
6. BUFFA. La parlata. Il fiorentino e il toscano in generale sono amati da molti. Anche se pretendono che sia la vera lingua, non è così e chi studia veramente letteratura penso lo sappia. Il fiorentino è buffo, aspira la famosa "c" (non mi vengano a dire che è italiano), più ti avvicini a Prato più spariscono anche le "t" (e anche questo non è italiano). E poi hanno il carinissimo vizio di fare il diminutivo di tutto: il panini, il canino, il cantuccino.
E ho come l'impressione girando per le sue strade e viuzze che tutti gli archetipi umani siano concentrati qui. Vedo persone che mi ricordano altre persone, come se ognuno, all'interno di un paese o di una città o anche solo di un gruppo di persone che vivono vicine, ognuno avesse un ruolo. Ad ogni angolo, sul treno, sugli autobus, al supermercato vedo persone che mi ricordano qualcuno che già conosco, che ho già visto.
Questo mi fa pensare che tutto sommato una città vale l'altra e quella migliore è quella che ha più cose da offrirti.
Per questo Firenze è la migliore per me.
Mi ha offerto la Nemo e la possibilità di imparare il mestiere per il quale sono nata. Di migliorarmi e realizzarmi. Magari fallirò, magari non raggiungerò il successo, ma ci avrò provato insieme a un gruppo di persone eccezionali. Non perchè le conosco, non perchè sono compagni di viaggio, ma perchè tutti noi o almeno tutti quelli che arriveranno in fondo, tireranno fuori il meglio di quello che sanno fare e così anche io.
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